Tour autunnale in treno nelle Midlands inglesi
Un viaggio che passa per Leicester, Nottingham, Cambridge e Ely
Quello che sto per raccontarvi è un viaggio che ho fatto ormai qualche anno fa, ma mi è venuto in mente perché cercavo per voi un itinerario poco conosciuto, che fosse perfetto per l’autunno. Pronti per la prossima destinazione?
Vi porto nelle Midlands inglesi!
Questo viaggio, proprio nel cuore dell’Inghilterra, è venuto ‘per caso’ perché avevo l’occasione di andare a trovare una cugina che si era trasferita lì da qualche anno e ne ho approfittato per costruire un breve itinerario che però mi è rimasto nel cuore, complice anche un’intera settimana di sole e la magia dell’autunno. A rendere questo viaggio ancora più romantico, la scelta del treno per spostarmi tra una tappa e l’altra, attraversando la bellissima campagna inglese!
Ho prenotato tutti i biglietti sull’app Trainline che uso sempre per i miei viaggi europei, è veloce, sicura, comoda. I treni inglesi non hanno niente a che vedere con i nostri (costano anche parecchio di più), ma sono stati sempre puntuali, poco affolati e molto semplici da prendere. In carrozza!
Tappa 1 - Leicester
(2 ore e 20 min di treno da Londra Stansted)
Atterrata a Stansted con un classico volo Ryanair dall’Italia, ho preso un treno diretto per Leicester, la città dove viveva mia cugina e che è stata la mia base di appoggio per questo breve viaggio. Leicester mi ha conquistata subito, per quanto sia forse una delle città al mondo con meno nomumenti, ma ha un’atmosfera particolare: lenta, rilassata, accogliente come un tè caldo e una coperta in un pomeriggio d’inverno. Dovrete sicuramente togliere dalla (breve) lista di cose da vedere la Cathedral Church of St Martin, il Leicester Museum & Art Gallery (gratuito) e la Clock Tower nel centro pieno di negozi, ma poi lasciatevi trasportare esplorandola a piedi.
Mi sono innamorata della New Walk, una bellissima strada pedonale che dal centro va verso l’università su cui si affacciano residenze per studenti, chiese in pietra, piccolissimi parchi che si riempiono di vita nell’ora di pausa pranzo. Se però volete vedere Leicester in tutta la sua multiculturalità basta fare un giro verso il centro storico dove l’odore dei ristoranti indiani (ne troverete uno ogni tre porte) vi entrerà nelle narici, gli empori pieni di tessuti vi cattureranno coi colori e i banchi del mercato vi attireranno con frutti esotici e spezie particolari.
Ma forse i due veri protagonisti di Leicester sono, da una parte la squadra di calcio cittadina che ha vinto qualche anno fa clamorosamente la Premiere League, dall’altra Riccardo III, i cui resti sono stati ritrovati sotto un anonimo parcheggio nel 2013 e sepolti con una cerimonia solenne nella cattedrale nel 2015. Altre cose per cui vale la pena innamorarsi di questa città: tutte le sfumature del rosso e dell’arancio che contrastano col cielo azzurro, il traffico quasi silenzioso, i negozi che chiudono alle 17, gli studenti che si aggirano fuori dal campus, gli asili microscopici.
Tappa 2 - Nottingham
(30 min di treno da Leicester)
Se dovessi descrivervi Nottingham con un portone ne sceglierei uno come questo qui: di ferro battuto, consumato dal tempo, incastrato tra mura medievali e con davanti dell’erba incolta.
L’aria che si respira qui è diversa, nonostante si trovi solo a mezz’ora da Leicester: è una città meno metropolitana e più storica, meno multiculturale e più antica. Nonostante Nottingham sia conosciuta soprattutto per la figura di Robin Hood, di lui ce ne sono pochissime tracce in città, a parte una statua ai piedi del castello. Se fossimo in Italia avremmo aperto negozi di souvenir ad ogni angolo e avremmo stampato la sua faccia persino sulla carta igienica. Invece qui no, pochi tour, pochi richiami per le strade e nelle vetrine dei negozi. Per cui sono tornata senza nemmeno un piccolo souvenir a tema Robin Hood!
Per superare la tristezza di questa bruttissima notizia, unita a quella del castello non visitabile causa lunga ristrutturazione (ma voi ovviamente sarete più fortunati), mi sono buttata sulla birra ovviamente. Ma in un posto davvero speciale: il pub più antico d’Inghilterra. L’anno sull’insegna è addirittura il 1189: proprio ai piedi del castello questo piccolo edificio è scavato nelle sue rocce e ha accolto e sfamato i crociati fin dagli albori, per questo si chiama Ye olde trip to Jerusalem. L’atmosfera che si respira nei pub inglesi è tutta speciale, ma in questo qui si va decisamente oltre.
Nottingham è soprattutto ‘pietra’: guardandovi intorno troverete mura, rocce, fortificazioni. Non è un caso quindi che un’altra attrazione turistica sia ‘City of Caves’, un lungo percorso sotterraneo in delle grotte scavate nell’arenaria. Queste caverne fin dal XVII secolo furono usate come depositi, cantine di pub e, durante la guerra, come rifugi antiaerei. Qui sotto si trova l’unica conceria sotterranea di tutta la Gran Bretagna!
Altro picco d’amore per la chiesa di St. Mary, incastrata tra alti palazzi di mattoncini rossi, che ti chiedi se ci sia abbastanza spazio per passare e girarla tutto intorno. È l’edificio medievale più grande della città e anche l’edificio religioso più antico di Nottingham. Consiglio spassionato: sedetevi sulle panchine del piccolo parco che la circonda e chiudete gli occhi, godendovi la pace e l’esplosione del giallo autunnale.
Tappa 3 - Cambridge
(1 ora e 50 min di treno da Leicester)
Diciamo che quando vai in un posto dimenticandoti di avere aspettative succede che poi ti innamori. La mia gita a Cambridge era nata per riempire un sabato senza programmi e poi boom: la meraviglia. Non pensavo che i college fossero così tanti, così vicini gli uni agli altri, che ogni palazzo fosse così stupendo, che la cappella del King’s College avesse la volta a ventaglio più lunga del mondo. Così tanto per dirne alcune. Ora inizio a capire perché 92 premi Nobel hanno studiato qui. Perché venire qui è entrare un po’ come in un microcosmo, tutta questa bellezza ti rigenera, praticamente mi è tornata voglia di rimettermi a studiare!
Per non parlare della fortuna che ho avuto a trovarmi per puro caso in uno dei giorni delle lauree: centinaia (oddio forse migliaia) di lunghe toghe nere e lucidissime vagavano per le stradine indossando sorrisi enormi e grati, con dietro una lunga fila di parenti e amici orgogliosi. Ho avuto l’istinto di fermare ogni laureato per dirgli ‘Congratulations!’ e magari farmi raccontare la sua storia. Magari è un futuro primo ministro o uno scienziato che scoprirà qualcosa di rivoluzionario. Ma vogliamo parlare di tutti quei prati verdissimi dietro ai college dove ci si stende a godersi tutta questa meraviglia? E del fatto che dentro i college ci vedi anche pascolare le mucche?
Sono riuscita a vedere solo un terzo di tutto quello che avrei voluto e questo vuol dire solo una cosa: che ci tornerò, è sicuro. Ma per voi c’è ancora speranza, quindi vi consiglio di passarci una notte per potervi godere tutto con calma. Segnate sulla mappa le tappe imperdibili: dei 31 college di questa meravigliosa città, vi verrà voglia di visitarli tutti, ma quelli da vedere assolutamente sono il King’s College con la sua famosa cappella, il Trinity con la Wren Library, il St John’s College con il suo Ponte dei Sospiri, il Queen’s con il suo Ponte Matematico che sembra curvo ma è realizzato con travi dritte di legno e che, secondo la leggenda, fu progettato da Newton (ma in realtà è di James King e costruito diversi anni dopo la morte di Isaac).
Oltre ai college, menzione d’onore per tre chiese, la Round Church, la Chiesa Rotonda, per la sua particolare forma (ce ne sono solo 4 in tutto il Regno Unito!), costruita dai Cavalieri Templari in stile gotico-normanno; la St. Botolph’s Church intitolata al protettore dei viaggiatori e la St. Mary the Great, una delle chiese più importanti della città, che offre la possibilità di una vista panoramica incredibile grazie alla sua torre campanaria. Chiudono la lista Kettle’s Yard, la galleria d’arte moderna e contemporanea dell’Università di Cambridge e il Giardino Botanico. Per chi ha voglia di qualcosa di romantico potete ‘fare punting’, cioè un giro con la tipica imbarcazione di Cambridge, navigando il Cam e passando sotto i ponticini, scoprendo i college affacciati sul fiume da una prospettiva completamente diversa.
Tappa 4 - Ely
(1 ora e 30 min di treno da Leicester)
Avevo già perso la testa per Ely quando l’ho intravista dal treno il primo giorno, andando verso Leicester. La sua cattedrale in bella vista, posata su un’altura come un gioiello in una teca, con le sue torri mastodontiche, e un corso d’acqua pieno di piccole barche colorate ai suoi piedi, ne facevano un soggetto perfetto per una cartolina dalla campagna inglese.
E in effetti mi è sembrato di vivere questa giornata in un bellissimo quadro: la cattedrale (in cui hanno girato film come ‘Il discorso del re’ e ‘Elizabeth, the Golden Age’) ti lascia a bocca aperta anche all’interno, seguendo col naso all’insù tutte le tracce della sua storia, dalle origini del 1100 fino al passaggio di Enrico VIII che fece decapitare tutte le statue dei santi. Anche dall’interno le due enormi torri (soprattutto quella ottagonale) lasciano presagire quello che si vedrà dall’alto. E in effetti quella tostissima salita di 288 gradini su per una scala a chiocciola vale la fatica: un abbraccio a tutta la campagna inglese a 360 gradi (si vede persino Cambridge che dista meno di 30 chilometri).
Per il resto Ely è così tranquilla, silenziosa e pacata da sembrare non vera: le case in pietra, quelle da thè, quelle galleggianti sul fiume e per finire lo splendido parco alle pendici della cattedrale da cui, al tramonto, la vista, unita ai colori di questo perfetto autunno inglese, è da sindrome di Stendhal. E per chiudere il ‘quadro’ ho trovato un’anziana signora che dipinge sulla tela accanto alla sua bicicletta. Sogno o son desta?
Ely è perfetta per una giornata di relax, si gira interamente a piedi, prendetevela comoda, fate la visita completa della cattedrale (ci sono anche quelle guidate), mangiate una Shepard’s pie in una taverna con vista cattedrale, godetevi il tramonto sulle rive del fiume e scattate tante fotografie. Le riguarderete a distanza di anni, come me in questo momento, e vi chiederete: come fa l’Inghilterra ad essere sempre così dannatamente perfetta?